I.A. ed avvocati: alcune considerazioni

In questo breve documento cercherò di chiarire i contorni e gli aspetti giuridici dei rapporti tra l’attività svolta dagli avvocati e quella che viene generalmente chiamata intelligenza artificiale, nello specifico facendo riferimento a quello che è il software più noto ossia chat GPT di Open Ai.

Effettuerò anche dei riferimenti anche alle altre tipologie di I.A. attualmente disponibili, ossia Bard (Google) e Copilot (Microsoft), ma l’unica che si può abbastanza facilmente utilizzare nella versione plus è Chat GPT.

Prima di passare ad analizzare nello specifico cosa in realtà si possa in teoria fare, occorre prima di tutto chiarire cosa sia l’applicazione di intelligenza artificiale e conseguentemente quali siano le responsabilità di chi utilizza tale applicazione

Va chiarito che anche e soprattutto da un punto di vista giuridico la cosiddetta intelligenza artificiale è – fondamentalmente – un software molto articolato, molto potente, molto complesso ma comunque rimane fondamentalmente un software; come tale, quindi, deve soggiacere alle regole già conosciute per quanto riguarda l’utilizzazione di un qualunque software.

Da questo punto di vista bisogna anche ricordare che tale software è stato sviluppato Negli Stati Uniti d’America, conseguentemente chi ha sviluppato il software parte dal presupposto che si si applichino solamente le loro leggi. che non sono le stesse che si applicano in Italia.

In particolare, poiché stiamo parlando di un software, e quindi di materia che rientra nella legge del 1942, ossia della legge sulla proprietà intellettuale, va precisato che quasi tutti i divieti che si presumono imposti al resto del mondo da parte del proprietario di tale software in realtà nei confronti dei soggetti italiani sono, per una miriade di motivi giuridici, praticamente inapplicabili; è anche vero che una eventuale vertenza giudiziale nei confronti di questo soggetto probabilmente si potrebbe tenere in Italia secondo le regole italiane, soprattutto se il soggetto che inizi la vertenza fosse quello che viene considerato un consumatore.

In altre parole, chi decide di utilizzare queste piattaforme o software deve essere ben consapevole della necessità del necessario controllo da parte dell’umano nei confronti di quello che tale software compie, non perché generalmente tale software possa sbagliare ma perché assolutamente non si deve pensare che sia infallibile; in pratica è un nostro delegato del cui comportamento rimaniamo sempre e comunque responsabili.

Purtroppo, occorre rilevare che molto spesso le notizie che si leggono sui vari media non chiariscono assolutamente come veramente funzioni questo software; nello specifico chat GPT in grado di eseguire vari compiti anche abbastanza pesanti per un umano, ma anche nella versione a pagamento questi compiti sono singoli; in altre parole, può eseguire un compito alla volta.

Per fare qualche esempio, può sicuramente analizzare molto validamente dei documenti di testo, può sintetizzare tali documenti, può creare delle relazioni fra dei progetti di basi dati, può scrivere frammenti di codice in vari linguaggi di programmazione aperte (il cui risultato deve essere sempre controllato) ma nella versione anche a pagamento non è in grado, per propria stessa ammissione, di operare più operazioni in sequenza. In altre parole, se si vuole che chat GPT esegua dei compiti che richiedano più operazioni collegate le une con le altre, deve essere programmata.

Come peraltro chiarito direttamente da Chat GPT, probabilmente il linguaggio più adatto per programmarla e il cosiddetto Python in quanto tutto il programma è stato scritto appunto in Python; Chat aggiunge che, volendo, ponendo le corrette domande, può scrivere direttamente lei i vari pezzi della programmazione in Python.

A questo punto occorre chiarire che allo stato attuale non esiste sul mercato alcuna applicazione da potere essere utilizzata come se fosse per esempio un programma di gestione dell’attività dell’amministratore di condominio basata sulla intelligenza artificiale; quello che sicuramente invece si potrebbe fare è commissionare magari come associazioni di categoria, determinate applicazioni specifiche che possano facilitare i compiti e le attività dell’amministratore di condominio.

Sul mercato esistono varie applicazioni, di portata più generale, ossia funzionali ad attività meno specifiche di quelle dell’amministratore di condominio, che sono state sviluppate da varie Software House che hanno canalizzato le potenzialità della intelligenza artificiale in campi specifici.

Esistono infatti delle applicazioni che sono particolarmente utili per chi debba scrivere sia da un punto di vista giornalistico sia da qualunque altro punto di vista punti, sono tutte applicazioni specializzate che aiutano chi deve redigere dei testi a fare delle ricerche approfondite, sintetizzare documenti ed a strutturare questi documenti

Altro elemento al quale fare molta attenzione e quello dei cosiddetti plugins almeno per quanto riguarda chat gpt; già quelli esistenti non sempre funzionano e non sempre fanno effettivamente quello che promettono e, inoltre, spesso non sono altro che delle interfacce per altre applicazioni anch’essa a pagamento che utilizzano per i propri scopi le capacità di Chat Gpt.

Costituisce una notizia davvero recente il fatto che la società proprietaria di Chat Gpt ha deciso di creare un vero e proprio marketplace, tipo quello disponibile per Android o iOS, nel quale chiunque che abbia un abbonamento a chat GPT potrà mettere in vendita o, più esattamente, concedere in licenza del software eventualmente sviluppato.

Ho testato tutti i “GPTs”, ossia i miniprogrammi (più esattamente vanno intesi come “macro”, ossia vanno utilizzati per compiti ripetitivi) disponibili in italiano e legati al mondo del diritto italiano; l’unica vera utilità è – a mio sommesso parere – poter avere un quadro generale di determinate situazioni che magari non sono ben conosciute dal singolo avvocato, e sicuramente in questo caso porre la domanda a questi “bot” porta ad una risposta organica migliore della semplice ricerca web.

Conseguentemente, occorrerà tenere d’occhio la crescita di questo mercato potenziale, per poter valutare se esistano delle applicazioni veramente utili per le attività per le quali stiamo parlando; qualunque altra tipologia di offerta di soluzioni specifiche, per quanto roboante ed accattivante, deve considerarsi quantomeno pubblicità ingannevole se non qualcosa di peggio.

Quindi è molto importante comprendere che l’intelligenza artificiale deve essere trattata come un software; già da tempo i software che normalmente utilizziamo a volte sembrano quasi magici, per chi non sia del campo, ma si tratta molto semplicemente di applicazione dell’ingegno umano proprio per far lavorare meglio l’umano stesso.

Giova però ricordare che nessuna intelligenza artificiale può sopperire alla confusione organizzativa o al mancato rispetto delle norme giuridiche di base alle quali deve conformarsi l’attività di un professionista; quindi prima di pensare di utilizzare l’intelligenza artificiale, probabilmente è molto più conveniente pensare a organizzare e razionalizzare la propria attività, utilizzando per quanto possibile dei software ben progettati e soprattutto adattabili, dopodiché si potrà pensare a utilizzare alcuni moduli aggiuntivi basati sulla interazione con l’intelligenza artificiale.

Per continuare a fare alcuni esempi su quello che effettivamente può fare il software di intelligenza artificiale si possono citare:

  1. l’analisi approfondita ed il confronto del contenuto di documenti di tipo testuale, con confronto ed eventuale sintesi di tali documenti, cosa molto utile nel caso in cui tali documenti siano corposi; in questi casi la velocità di analisi del software e la qualità del risultato è assolutamente sorprendente e non comparabile se non con il lavoro di parecchie persone.
  2. Altra attività che si può richiedere di eseguire al software è quella di creare dei pezzi di programma che servano, come chiarito in precedenza, a collegare l’output di programmi già testati e utilizzati dal professionista con altre risorse ossia con altri programmi al fine di velocizzare ed automatizzare alcuni flussi di lavoro; deve però essere chiaro che molte di queste attività dovrebbero essere già comprese nei software di gestione dello studio che di fatto sono dei sistemi cosiddetti gestionali, che quindi pensano in termini di dati strutturati, che possono essere quindi raggruppati secondo determinati criteri.
  3. L’intelligenza artificiale si trova particolarmente a proprio agio anche con le cosiddette basi di dati, quelle che noi conosciamo sotto il nome di database, dal semplicissimo elenco telefonico dalla rubrica dei numeri e degli indirizzi dei condomini a database molto più ampi e collegati tra di loro; in questo senso l’intelligenza artificiale può aiutare a creare delle sinergie e delle nuove possibilità laddove le potenzialità dei software esistenti non siano sufficientemente avanzate.
  4. Altro campo con il quale l’intelligenza artificiale si trova particolarmente bene è sicuramente il calcolo numerico anche lo sviluppo e la soluzione di equazioni abbastanza complesse, ma probabilmente questa è una di quelle attività che non ha particolare ragione d’essere utilizzata da parte dell’avvocato; infatti per effettuare da soli dei calcoli anche complessi, come – a mero titolo esemplificativo – i tassi di interesse esistono varie utilities in rete, mentre per controllare se alcuni conteggi siano corretti (vedi tassi ammortamento di un mutuo) è sufficiente saper utilizzare decentemente un foglio elettronico (io stesso uso da decenni due fogli, uno per il calcolo della c.d. rata fissa [rata fissa, interessi e capitale che diminuiscono in maniera invertita], l’altro per il calcolo a importo fisso [rata variabile, interessi e capitale che diminuiscono prefissata]).

In conclusione, ritengo che il miglior approccio che possa portare realmente all’ingresso della intelligenza artificiale, intesa come un software innovativo e molto potente, nell’attività dell’amministratore di condominio, sia quella di ragionare e schematizzare le richieste o necessità più impellenti o importanti dell’amministratore di condominio e come già scritto in precedenza, magari sotto forma di commesse fatte dalle varie associazioni di categoria, chiedere a sviluppatori esperti di creare delle applicazioni che si possano interfacciare con quelle esistenti basandosi e sfruttando le precipue possibilità e potenzialità della intelligenza artificiale.

(avv. Luca-M. de Grazia)

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